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…molte volte mi sono chiesto perché.

Sì, il perché faccio scultura. Il più delle volte non riesco a trovare una risposta completa a questo interrogativo: la cerco ogni volta che realizzo un nuovo lavoro.

Potrei dare la risposta più immediata e forse anche la più banale che mi viene da dire: “perché mi piace!”, ma dentro di me sento che non è solo una questione di piacere personale, quanto piuttosto il tentativo di dare voce ai miei pensieri.

La mia intenzione è quella di tradurre in forma le emozioni quotidiane della persona, cercando di raggiungere un risultato che lasci spazio all’interpretazione personale.

Tutto il mio lavoro consiste nel cercare di “scolpire visioni mentali” attraverso un linguaggio contemporaneo in cui il soggetto sia la figura umana. È attraverso la figura che riesco ad esprimermi meglio: mi piace osservare le persone, i loro gesti, le espressioni dei volti, il modo in cui sono vestite… trovo affascinante cercare nuove soluzioni interpretative all’interno di questi contesti.

Ho scelto il legno come mezzo espressivo perché mi dà la possibilità di avere un rapporto diretto con la materia e continuo in ogni fase di lavorazione.

Mi piace pensare che ognuno di noi sia una matita colorata, creata per lasciare una traccia della propria esistenza su un foglio chiamato terra: la mia traccia sono le sculture che realizzo.

In una delle sue citazioni, Henry Moore ha scritto:

 “ Il risultato dell’arte non va cercato nell’originalità del linguaggio, bensì nell’universalità del messaggio che si affida all’opera. ”

Riuscire a comunicare, attraverso il proprio fare, qualcosa di universale significa andare oltre la propria visione personale e arrivare a quella dell’altro.

È importante il come si fa arte, ma è molto più importante il perché!

Davide Balossi